A ViniMilo tutto può succedere, anche trasformarsi in Chef… per una sera!

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Ieri si è festeggiato San Martino, il santo protettore dei militari, dei pellegrini e dei… “mariti traditi”!
Secondo la tradizione l’11 novembre, giorno in cui il santo fu sepolto, coincideva con la fine delle celebrazioni del Capodanno dei Celti, il “Samuin”, che cadevano proprio nei primi dieci giorni di novembre.
Questa festa pagana, nell’VIII secolo, fu cristianizzata dalla Chiesa che trasferì molte delle sue usanze nella festività del celebre vescovo di Tours.
Perciò la festa di San Martino divenne in gran parte dell’Europa una sorta di capodanno, perché in passato questa era la data consueta per i traslochi, per il rinnovo dei contratti di affitto dei fondi rustici, dei pascoli e dei boschi, per le elezioni. Era anche il giorno in cui si ammazzava il maiale. Anche per i bambini era festa grande  perché il santo portava loro, scendendo dalla cappa del camino, regalini se erano stati buoni e una frusta se non lo erano stati.
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La figura del Santo è sinonimo di abbondanza, infatti così come i Celti festeggiavano il “Samuin” banchettando, il giorno di San Martino trascorreva anche nell’ingorda letizia delle tavole colme di ogni ben di Dio.
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Questo era un giorno di baldoria, favorita dal vino “vecchio” che proprio in questi giorni bisogna finire per pulire le botti e lasciarle pronte per la nuova annata. È il giorno in cui scorre a fiumi anche il vino novello, perché  “Per San Martino ogni mosto è vino”.
Numerose cantine, nel periodo che va dalla vendemmia alla “trasformazione”, realizzano numerosi eventi.
A Milo, comune che si trova alle pendici orientali dell’Etna, dove la coltivazione della vite interessa la maggior parte della superficie coltivata, da 35 anni, tra gli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre, si svolge la ViniMilo, uno degli eventi enogastronomici siciliani che promuove la diffusione della cultura del vino delle aziende vinicole dell’Etna e siciliane.
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Nel 2012, all’interno di questa manifestazione, ho partecipato ad alcuni eventi organizzati da Andrea Graziano, fra cui StraOrdinario – Lo street food fuori dal comune, l’evento, ospitato nella Cantina Barone di Villagrande della famiglia Nicolosi, rappresentata da Marco e dalla moglie Barbara, in cui gli chef Carmelo Floridia, Dario Di Liberto, Ciro Pepe, Turi Siligato, Giovanni Santoro e Corrado Parisi hanno dato la loro interpretazione del cibo di strada con particolari ricette.
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Dopo tre anni sono tornata dai Nicolosi “sotto mentite spoglie”… Infatti, ero lì per rappresentare gli chef Carmelo Floridia e Stefano Alfano che hanno partecipato con i vasetti Gurmè al 3° “Volcanic Wines food Competition”… a causa di un impegno gli chef non hanno potuto partecipare di persona, ma hanno mandato i loro vasetti e… me!
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Si trattava di una sorta di “gastrosfida” tra Lina Castorino dell’Osteria Quattro Archi di Milo, che ha fritto al momento l’arancino con il “Trunzo” di Aci, un cavolo rapa presidio Slow Food.
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Giulia Carpino, che giocando in casa (è lo chef dell’Osteria Villagrande di Milo), ha preparato la siciliana, la particolare pizza fritta etnea a forma di piccoli calzoni fritti sul momento e degustati caldi.
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Claudio Burato, Chef ed inventore del Soave, che ha cucinato lo stoccafisso alla vicentina, il piatto simbolo della città di Vicenza, caratterizzato da baccalà e polenta.
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Carmelo Floridia e Stefano Alfano di Gurmè Vasocottura di Modica, che hanno presentato le loro ricette preparate nei vasetti Gurmè (dei quali ho già scritto “qualcosa”… https://gossipchef.it/gurme-il-vasetto-che-ti-salva-la-vita/ https://gossipchef.it/in-butiq-labito-non-fa-il-monaco-ma-il-vasetto-fa-la-star/)
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Domenico Pichini del Ristorante Tufo Allegro di Pitigliano, che ha preparato il buglione o bujone di agnello, la ricetta tipica toscana: agnello a pezzi cotto in casseruola in un brodo ricco di aromi in cui intingere pane abbrustolito.
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I visitatori oltre ai piatti preparati dagli chef hanno potuto degustare oltre 200 vini vulcanici, serviti dai sommelier Fisar e Ais.
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Per fortuna i vasetti Gurmè sono già pronti quindi il mio compito è stato quello di raccontare ai presenti la loro storia…
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Essere chef per una sera è stato molto divertente, soprattutto quando mi è stato consegnato il premio, ottenuto ex aequo con gli altri “miei colleghi” della serata,
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Inoltre ritrovarmi in un posto come la Cantina Barone di Villagrande, dove i padroni di casa Marco e Barbara sono sempre impeccabili, è sempre piacevole per la vista e per tutti gli altri sensi!