“quannu ‘na cosa piaci, nun fa dannu” (antico proverbio siciliano)
L’antica tradizione dolciaria Siciliana ci insegna che alcuni dolci sono esclusivamente legati ai monasteri, infatti lo dobbiamo alle mani sapienti delle monache, o dei monaci, se ancora oggi nei banconi di alcune storiche pasticcerie troviamo delle sublimi prelibatezze.
Questi dolci spesso vengono realizzati in uno specifico periodo dell’anno, altri addirittura sono legati alle feste patronali dei Santi protettori, oppure dedicati a nobili aristocratici o alla Casa Regnante. A Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento, nei rinomati laboratori di pasticceria Gulotta & Giudice e in quella di Enrico Pendola, troviamo i famosi “Minni di Virgini”.
Questo dolce che, per la sua rotondità possiamo definirlo “sensuale”, ricorda benissimo i seni delle vergini fanciulle, ed è composto da raffinata pasta frolla con all’interno zuccata verde siciliana, cannella, pezzi di puro cioccolato, chiodi di garofano, raffinata e candida crema di latte, aromi naturali e un ingrediente segreto che non ci è dato sapere. Il dolce fu ideato da Suor Virginia di Rocca Menna del Collegio di Maria, e realizzato in occasione delle fauste nozze avvenute tra Don Pietro Beccadelli, Barone di Salinas e Marchese della Sambuca con Donna Marianna Gravina Palagonia, esattamente il 29 luglio del 1725, e pare volesse rappresentare le colline della terra di Zabut a quel tempo possedimento dei signori Marchesi.
Nel mio precedente articolo https://gossipchef.it/2021/07/26/anche-santa-venera-ha-le-sue-minne/ scrivo che, a Catania se parliamo di “minnuzze” intendiamo i dolci dedicati a Sant’Agata, composte da soffice Pan di Spagna, farcite con crema di ricotta lavorata con lo zucchero, gocce di puro cioccolato o canditi, pasta reale colorata di verde, glassate con zucchero fondente (o ghiaccia reale) e decorate con ciliegia rossa, simile ad una piccola cassata siciliana. Anche queste “minne” si presentano di forma semisferica e ricordano il martirio della “santuzza” a cui furono strappati i seni per volere e ordine del proconsole romano Quinziano perché respinto dalla giovane vergine martire, da qui il nome “minnuzza di vergine” o di sant’Agata.
Questi gioielli di bontà li possiamo trovare esposte tutto l’anno nelle famose e storiche pasticcerie catanesi, come ad esempio Bar pasticceria Prestipino in piazza Duomo. Invece ad Acireale nella storica Dolceria Bar Bella di Corso Umberto, troviamo le “minne” di Santa Venera o cassatelle gelato, ideate agli inizi del novecento dal maestro pasticcere acese Alfio Bella, chiamato da molti “il pasticcere principe”. Il nipote Orazio Bella racconta che fu il nonno a fondare nel 1919 l’omonima pasticceria, e proprio lui a volere dedicare questo dolce centenario alla Santa Patrona acese Venera in occasione della sua festa che ricade proprio il 26 luglio.
Le cassatelle gelato o “minne” di Santa Venera si presentano leggermente più grandi da quelle Agatine o di Sambuca e sono composte da una base di raffinato biscotto savoiardo, delicato gelato di crema, cosparse di finissima glassa di zucchero fondente con ciliegina rossa posta in cima al dolce che completa l’opera, sempre di forma semisferica a cupola viene conservato nel banco dei gelati insieme ai pezzi duri Misto Umberto e torte gelato. Dobbiamo ringraziare gli abili maestri pasticceri che giornalmente, con il loro tocco professionale e la loro arte, sono capaci di rendere unici questi dolci ricchi di storia e soprattutto a renderli “illibati” agli occhi dei clienti buongustai.