Il piatto “blasonato” del primo Re d’Italia 

“Il Re era solito gustare i cibi di tradizione popolare ed era considerato un ottimo bevitore che apprezzava particolarmente i vini corposi, primi fra tutti il Barolo e il Barbera”.

Questa specialità culinaria è stata presentata durante una puntata della trasmissione “I menù di Benedetta” andata in onda in diretta tv su La7 esattamente il 15 febbraio del 2012. La ricetta ripresa e cucinata da Benedetta Parodi in modo professionale, rievoca una pietanza che, secondo quanto si racconta, era il piatto preferito del Re Vittorio Emanuele II (Torino 1820 – Roma 1878), durante i suoi soggiorni a Roma.

Al tempo del nuovo Re d’Italia, questo formato di pasta era conosciuto come “Manfredi o Manfredine”, ma anche “Pappardelle ricce, o Fettuccelle ricce” che venivano condite con della semplice ricotta fresca, oppure condite con il sugo o al ragù alla napoletana. Poiché il Re era abituato fortemente alla cucina piemontese, questo piatto fu rielaborato in suo onore, secondo i gusti di Sua Maestà, o forse, probabilmente, secondo il personale gusto dei romani e della Roma Capitale, data la somiglianza con due piatti tipici tradizionali romani, la pasta alla carbonara, alla romana o alla matriciana.

Per compiacere il Sovrano, anziché dei funghi porcini, c’era il tartufo bianco tipico piemontese, come ad esempio il Tuber Magnatum delle Langhe. Questo fungo tanto pregiato, che cresce da ottobre a febbraio, è anche un prodotto tipico di Roero, Tortonese, Monferrato e Monregalese, ma lo si può trovare anche nell’Appennino tosco-emiliano, nell’Appennino umbro-marchigiano, nelle Crete senesi, nei boschi planiziali di Muzzana del Turgnano, nella Bassa Friulana, e anche in Calabria nella zona di Gioiosa Jonica.

Gli Ingredienti di questo primo piatto “regale” sono: pasta Reginette, prosciutto cotto o pancetta o speck a dadini, funghi porcini o tartufo bianco, cipolla, olio extra vergine d’oliva, sale e pepe nero, vino bianco, uova, cacio romano o parmigiano reggiano grattugiato e prezzemolo tritato (da “La Pasta e i Savoia” della Algra editore).

Al Padre della Patria furono anche dedicati i biscotti Krumiri, i Baci di dama, il Gran bollito misto alla risorgimentale, la Lombata di cinghialetto alla Re galantuomo e la Grappa Rosina, nome della sua seconda moglie.

La tomba del Re è al Pantheon di Roma, nella seconda cappella di destra, accanto a quella dedicata all’Annunciazione. L’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (INGORTP) dal 1878 presta servizio di guardia alle tombe dei Sovrani d’Italia per mantenere viva la memoria legata alla Real Casa di Savoia, al Risorgimento, e alle tradizioni militari nazionali.