Mi sono accorta che tutte le volte che vado a Licata, in provincia di Agrigento, a qualsiasi ora del giorno o della sera, il cielo assume dei colori “romantici”…
E’ un posto in cui vado molto volentieri per gli eventi organizzati in alcuni periodi dell’anno, a cui vengo invitata, ma anche per andare a trovare lo chef/oste Peppe Bonsignore, sua moglie Chiara e la loro bimba Ginevra conosciuti all’inizio di questa meravigliosa avventura,
con cui si è instaurato un bellissimo rapporto di amicizia, fatto di stima e sguardi…
Nel corso di questi anni ho imparato che per cercare di capire la cucina di uno chef non bisogna fermarsi al singolo piatto che prepara durante gli eventi (ho scoperto l’acqua calda!), ma è obbligatorio fare un intero percorso direttamente nel suo ristorante e dopo quasi 6 anni, alcuni mesi fa sono andata a mangiare dall’Oste e il Sacrestano, il ristorante che Peppe e Chiara hanno realizzato nel 2004, dopo essersi trasferiti da Firenze richiamati a Licata dal loro amore per la Sicilia…
Non avevo ancora raccontato questa esperienza per mancanza di tempo… poi qualche giorno fa sono tornata a Licata perché invitata a un evento (di cui presto vi racconterò) e ho deciso di farlo!
Ricottina di bufala con pane alla menta, crema di zucchine con sarda ripiena, polvere di cappero, pomodori secchi, parmigiano; Battuto di Gambero rosa licatese con pappa di pomodoro e stracciatella di bufala; La parmigiana affumicata; Ricciola chic; Pasta con ragù di polpo; Spigola carciofi pappa verde di spinaci e rotolino di zucchine con patate al rosmarino; predessert e il dessert Etna rosso.
Questo è ciò che l’Oste ha preparato per me e per le persone che erano con me, non farò descrizioni sensoriali perché non sono una critica gastronomica… vi garantisco che era tutto molto buono ed equilibrato e soprattutto la percezione maggiore che ho avuto è che ogni singolo piatto era stato preparato con passione, passione per il lavoro, per la materia prima e per la Sicilia rappresentata in ogni piatto.
Credo proprio che tornerò a Licata, per mangiare e, naturalmente, per rivedere il colore del cielo…