Torna Teruar, fiera del vino etico, domenica 15 e lunedì 16 maggio a Scicli

Una festa in onore del vino prodotto nel rispetto della natura dove i vignaioli sono protagonisti a tutti gli effetti. Si tratta della seconda edizione di Teruar, fiera del vino etico che sarà a Scicli (Rg) domenica 15 e lunedì 16 maggio.

Nata dall’idea di Giuseppe Fiorilla, Pietro Russino e Bartolo Finielli, anche quest’anno grande importanza sarà data ai vignaioli che racconteranno direttamente la loro idea di viticoltura etica ai partecipanti, per far comprendere che il vino è un prodotto agricolo, legato alla terra, non alla bottiglia, all’etichetta o al silos. 

Saranno 40 i vignaioli con le loro cantine presenti all’evento provenienti da Sicilia, Italia ed Europa, più le tre distribuzioni Vini in Versi, Moon Import e Gitana Wines con le loro selezioni di vini naturali nazionali e internazionali. 

L’apertura dell’evento sarà domenica alle 10,00 con la proiezione del docufilm Pre-British, Il vino di Marsala oltre il Marsala, di Andrea Mignolo sui vini fatti con metodo ossidativo a Marsala. Alle 11 a Palazzo Busacca l’apertura della fiera che potrà essere visitata fino alle 21,00. Alle 11,30 nella sala del locale Ummara, Vineria con cucina, ci sarà una masterclass guidata da Giorgio Fogliani sempre sui vini ossidativi marsalesi. Nel pomeriggio alle 16,30 sempre nella sala del locale Ummara, Vineria con cucina, ci sarà un’altra masterclass guidata da Matteo Gallello con il produttore sardo Marco Schirru sui vini a Piede Franco. 

Il lunedì alle 10,00 ci sarà la riapertura della fiera. Alle 11 nella sala del locale Ummara, Vineria con cucina, ci sarà la masterclass guidata da Maria Elena Boggio (La seconda adolescenza) Il vino al singolare. Così è se vi pare, “un momento di incontro di fronte a una batteria di vini per definizione contro-intuivi e destabilizzanti”. La fiera potrà essere visitata fino alle 18,00.

L’idea degli organizzatori è sempre quella di portare sul banchetto vini prodotti con un approccio etico totalmente vocato alla cantina, vista come centro agricolo, fatto di persone e, naturalmente di ricerca e di scienza. Per mostrare come un prodotto a “estrazione” naturale sia anche frutto identitario della persona che ci mette le mani, sia nella parte agricola, sia in cantina. Quindi vini che hanno una forte identità. “A Scicli Teruar vuole essere una sorta di volano affinché si possa ripartire proprio da qui. Raccontano gli organizzatori. Perché Scicli, che oggi accoglie questo evento legato ai vini nella sua espressione più naturale, paradossalmente è una delle poche zone agricole lontana dal discorso vitivinicolo. Infatti, noi siamo nel bel mezzo della zona del Cerasuolo di vittoria, e dell’Eloro Doc. Il territorio di Scicli è una sorta di pausa che la viticoltura prende in questo litorale sud-orientale e questo a noi ovviamente dispiace, perché storicamente la viticultura c’era, specialmente nella parte litorale. Il litorale, che poi si sviluppa sul terreno maggiormente sabbioso, fino ai primi anni ‘50 accoglieva vigne. Tradizionalmente gli sciclitani che hanno una casa al mare e un piccolo pezzo di terra, dicono di andare in vigna.

Invece nella zona nella parte più fresca di Scicli, lontana dal mare, si sono sviluppati gli orti. Quindi noi abbiamo una zona a livello identificativo che tradizionalmente si chiama vigna ma dove la vigna non c’è più e oggi è tutto coperto dal distretto serricolo. Parliamo di Teruar nella zona in cui praticamente il terroir è sparito da circa settant’anni, perché lo sviluppo agricolo promosse l’espianto delle vigne affinché si potessero produrre ortaggi, in maniera convenzionale. Teruar vuole essere una contrapposizione a tutto questo, un po’ una linea che potrebbe diventare guida per le nuove generazioni, cercando di indicare che esistono anche altri metodi di allevamento, partendo dalla vite e far capire comunque che se il vino che è un prodotto che viene considerato come una bevanda, ma ha molto di più e che partendo dal vino vogliamo e speriamo si inneschi questo meccanismo che possa comunque un po’ portare al cambiamento delle idee legate alla stagionalità, legate un po’ alla produzione intensiva e quindi nella speranza che tutto cambi”.

Teruar si presenta come una vera e propria festa, per un pubblico ampio, composto sia da addetti ai lavori che dagli amanti del bere bene, che vogliono scoprire un vino prodotto nel rispetto della natura. 

Tema di quest’anno sarà l’aria, rappresentata da mongolfiere, “per un ritorno al vino naturale in Sicilia in totale leggerezza”. Per dimostrare che i vini non convenzionali siano espressione del territorio in cui crescono, del lavoro non invasivo del vignaiolo e prodotti nel rispetto della natura.