I biscotti Balilla

Nel 1746 a Genova un giovane fanciullo di nome Balilla, col suo gesto di ribellione, diede inizio alla rivolta popolare contro gli Austriaci.

Questa figura fu strumentalizzata e utilizzata dal regime fascista come simbolo della sollevazione degli oppressi, e divenne modello di un’infanzia omologata a una visione militarista dell’Italia. Il 3 aprile del 1926 nasce l’Opera Nazionale Balilla, finalizzata all’assistenza e all’educazione fisica e morale della gioventù, infatti, la cultura militare si fuse con l’educazione fisica e la scuola pubblica divenne un luogo di propaganda.

L’ONB era suddivisa in tre categorie in base all’età, ai Balilla appartenevano solo i giovani di 8 e 14 anni. “Balilla” era anche il nome di un elegante e lussuosa automobile FIAT che, proprio negli anni trenta, iniziava a sfrecciare sulle strade italiane, era anche il nome di un moschetto, di una particolare varietà di grano, di una qualità riso, considerato tra i più antichi ed anche il più economico, vi erano pure sommergibili e alcuni biplani. Nello sport c’era anche il famoso Calciobalilla, e persino nell’inno italiano composto dal Mameli, alla quarta strofa cantiamo, “i bimbi d’Italia / si chiaman Balilla”.

Ma la vera scoperta è che i “Balilla” sono anche dei buonissimi dolci! Scrivo sono e non erano, perché con grande stupore, nella storica pasticceria dolceria Bella di Acireale, (già menzionata in un mio articolo sulla cassatella gelato dedicata a Santa Venera) ancora oggi i maestri pasticceri della dolceria preparano questi deliziosi biscotti con la stessa ricetta e metodologia di un tempo. Il titolare della storica pasticceria acese, il caro sig. Orazio Bella, racconta che, questi particolari dolci furono ideati intorno al 1926 per omaggiare i “bambini Balilla”.

Questi si presentano tutti dello stesso formato, sempre allineati e coperti proprio come in una truppa, pronti a conquistare e deliziare il palato dei bimbi e anche dei grandi.

Gli ingredienti sono: farina 00, zucchero, strutto, anice, tuorlo d’uovo, ammoniaca, e copertura di cioccolato fondente. Dapprima vengono preparati i biscotti della lunghezza di circa 12cm, e tutti dello stesso formato, una volta ultimata la cottura, messi a raffreddare, vengono immersi delicatamente nel cioccolato fondente sciolto a bagnomaria, adagiati su di un piano uno alla volta ben distanziati affinché si raffreddino, in fine vengono presentati su di un vassoio uno accanto all’altro.

Nel Regno d’Italia, ad esempio, oltre ai “Biscotti Balilla” c’erano i “Fondenti Balilla”,e nell’entroterra ligure venivano preparati i cosiddetti “Panin du Balilla”, biscotti rotondi fatti di leggera pasta frolla e zuccherati in superficie. Poi successivamente nel dopoguerra divennero Panin du Balin, fino a sparire completamente dalla produzione “congedati” definitivamente insieme ai bambini Balilla.