All’Hemingway Vineria Cucina Spirits di Modica piovono polpette, ma non solo…

Modica è una città che mi piace molto, a cui sono molto legata perché lì ho mosso i primi passi nel mondo del giornalismo enogastronomico e si trovano diversi amici. Fra questi Alessandro Di Rosa, l’artigiano del vetro che nel 2007 da vita al suo laboratorio Thalass dove con professionalità e competenza realizza “contenitori” per esaltare le preparazioni degli chef, senza prevaricarle. “Dei veri e propri lavori artigianali concepiti dal pensiero dello chef e realizzati su misura da lui”.

Alessandro, sempre a Modica, assieme a Giorgio Cavallo e ad altri soci è il proprietario di Hemingway, Vineria Cucina Spirits. 

In Via Grimaldi, 36, come lui stesso racconta: “da generazioni sul muretto dell’Hemingway scorre la vita e il piacere di viverla insieme. Si raccontano le storie di chi torna e di chi va via. Si scambiano opinioni, memorie, sorrisi, passioni. Insomma, ci si gode l’amicizia nel migliore dei modi: mangiando e bevendo”. 

Un posto dove cibo, vino e cocktail sono preparati e scelti con grande cura e passione grazie al lavoro di squadra.

Da un po’ di tempo Alessandro ha deciso di portare avanti un nuovo progetto di cucina: inserire nel menu polpette di vario tipo. Progetto accolto con grande entusiasmo e volontà dal giovane chef Federico Ricci, che a soli 30 anni ha già alle spalle numerosi anni di lavoro nelle diverse cucine della provincia di Ragusa, pur avendo fatto altri studi. 

Dopo il diploma al liceo artistico, lavora come lavapiatti in un villaggio turistico, dove poco dopo diventa aiuto in cucina, si appassiona e ha decide che quello sarebbe stato il suo lavoro, che svolge per dodici anni in diversi ristoranti, poi l’incontro con Alessandro e la nuova avventura all’Hemingway. 

“Quando all’inizio Alessandro, afferma Federico, mi ha parlato delle polpette ero un po’ scettico, però poi ho deciso che avrei potuto interpretarle come volevo, non proponendo per forza la solita polpetta tradizionale. Ho fatto il menu a modo mio, ho rivisitato le polpette inserendo i prodotti di stagione. Infatti, il menu non sarà sempre lo stesso, ma cambierà spesso perché seguirà la stagionalità”. 

Federico ha trovato la sua dimensione, lavora bene con Alessandro che lo incoraggia molto per il suo impegno ed è soddisfatto del posto in cui lavora perché è come piace a lui, un locale piccolo, con pochi posti a sedere dove è possibile prendersi cura dei suoi ospiti, avere tutto sotto controllo e lavorare con la calma, garantendo la qualità, cosa non possibile quando c’è la massa.

Da buon figlio di ex proprietari di un’azienda agricola biologica, preferisce collaborare con aziende del territorio, che puntano più sulla qualità che sulla quantità. Il pesce fresco proviene da una ditta di zona, la carne da alcune macellerie locali, le verdure, bio, sono acquistate direttamente dai contadini del luogo.

“Preferisco non avere una carta molto ampia e garantire ai clienti prodotti genuini che siano di carne di pesce o vegetariani e dare un’alternativa di qualità.” 

Il menù è studiato anche in abbinamento alla carta dei vini. È infatti presente nel locale una “piccola grande cantina” di vini artigianali, selezionati grazie alla collaborazione di distributori della zona molto attenti.

Marco e Federico

Al bar, alla preparazione dei cocktail c’è Marco Fede, a cui Alessandro con grande fiducia ha affidato anche la responsabilità della sala e di seguire gli ospiti nella scelta del vino da abbinare ai piatti. 

Quando sono andata io, in primavera, in menu c’erano tre polpette di carne, quattro di pesce e sei fra legumi e verdure, i fuori carta come la tartare di manzo, i crudi di pesce e un paio di primi di pasta fresca, il tutto servito, naturalmente nei piatti Thalaass, e un’interessante selezione di vini e di cocktail. E c’erano anche le panelle. “Arrivano al tavolo senza troppo clamore, si legge nella pagina Facebook del locale. Perché sanno di non essere il centro del menù. Le panelle sono umili, popolari, semplici e buone che mettono subito a nostro agio. Perciò ci sembra il modo migliore per accogliervi all’Hemingway ogni volta che ordinate qualcosa.”

Non vedo l’ora di tornare per provare il nuovo menu e i nuovi vini che intanto sono arrivati e per tornare a respirare quell’aria magica che si prova leggendo i romanzi di Ernest Hemingway…

Fatelo pure voi, non fatevelo raccontare!