“Liquore Bellini” Il distillato che faceva risuonare lo spirito dei catanesi e non solo!

Vincenzo Bellini, Foto Franco Di Guardo, Collezione privata

Il 3 novembre del 1901, nel primo centenario della nascita del “Cigno” catanese, la redazione “Bellini”, Giornale Artistico Letterario Teatrale, pubblicava questo articolo: “Onorare l’illustre italiano, che con le sue opere si elevò sopra il livello comune, è un santo dovere”.

E quest’anno che ricorre il suo 220° anniversario, queste parole conservano ancora tutta la loro attualità! 

Vincenzo Bellini grande musicista, grande genio della musica è un gigante della storia che ha lasciato il segno, non solo con le sue Opere e con la sua musica, ma anche per i cimeli a lui dedicati. 

La Sicilia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, era al centro dell’attenzione di molti investitori. Fra gli stabilimenti catanesi dell’epoca c’era in primo piano la Ditta Francesco Monaco e figli, “la quale nei suoi diversi rami industriali adottati si è assicurata una incontestabile superiorità” così riportava l’articolo comparso nel n° 52, del 15 gennaio 1904, della Enciclopedie Contemporaine di Parigi. Codesta Casa, fondata nel 1875 dal Sig. Francesco Monaco, era specializzata nella realizzazione di distillati siciliani, ed era anche molino e pastificio, infatti, riusciva a produrre 400 quintali di farina e 200 quintali di pasta al giorno, quasi a gareggiare con le migliori paste e farine napoletane.

Nel 1900 iniziarono la produzione di Champagne e Cognac sul sistema francese, di liquori e vini spumanti, tra le specialità del marchio catanese c’era il Liquore Santuzza dedicato Sant’Agata e la Crema Principe Ereditario, liquore cremoso dedicato probabilmente al Principe Ereditario Umberto di Savoia.

La Ditta Francesco Monaco e figli ricevette molte onorificenze e le medaglie d’oro e d’argento alle esposizioni nazionali di Catania, Palermo, Asti, Firenze e Milano, e le “Grand Prix” ovvero il Grande Premio alla Esposizione Universale di Parigi del 1900, persino il Presidente del Consiglio dell’epoca Giovanni Giolitti vi fece visita nel 1901.

La vera specialità di questa azienda, il vero fiore all’occhiello, era il famoso “Liquore Bellini”, dedicato all’illustre compositore e musicista catanese Vincenzo Bellini. Questo liquore tutt’oggi sconosciuto da molti, a quel tempo ebbe un successo incredibile, infatti, veniva esportato non solo in tutto il Regno d’Italia ma anche all’estero, tanto che, alla Esposizione Nazionale di Milano del 1906 ricevette la medaglia d’oro. Nei nobili salotti o nelle sale di musica da camera, le dame e i cavalieri lo sorseggiavano con gusto nei loro piccoli bicchierini in vetro dai raffinati decori “liberty”, tra le soavi melodie e le famose arie del Bellini.

La bottiglia, finemente decorata con motivi floreali e con l’immagine del musicista, era considerata da molti come un vero cimelio “Belliniano”, dolce e delicato, si presentava di colore ambrato come la preziosa gemma del fiume Simeto. Insieme al liquore vi era un posacenere, con le immagini dei vari formati delle bottiglie e con il nome dell’azienda e lo stemma della famiglia Monaco, già Cavaliere del Regno d’Italia e della Reale Casa di Savoia.

Nell’opuscolo si legge: Questo “Liquore Bellini” è stato giudicato di gusto soave ed è preferito da tutti gli intelligenti, ma specialmente dalle Signore, perché oltre ad essere un liquore fino e delicato, ha il pregio di inebriare lo spirito. Per le sostanze igieniche di cui è composto il liquore, è consigliabile l’uso ai malati ed ai sani”. 

Disgraziatamente la sera del 20 aprile del 1922 un violento incendio di origine dolosa devastò l’intera area industriale, ponendo fine alla grandiosa attività lavorativa. I giornali dell’epoca scrissero che fu lo stesso fondatore Francesco Monaco ad appiccare l’incendio, probabilmente oppresso da problemi derivati da disaccordi con i numerosi dipendenti e dalle opprimenti lotte sindacali.

Tutto rimase avvolto nel mistero, in quanto il fondatore Francesco Monaco era già morto dal 1908, come attesta la lapide del monumento funebre, ma la stampa continuava ad ipotizzare che non fosse affatto morto.

Il “Liquore Bellini” scomparve del tutto, rimasero solo alcune rare bottiglie della ultima produzione, attualmente in possesso di alcuni fortunati collezionisti di liquori e di cimeli Belliniani.