Quando ero bambina e passavo le vacanze agostane dai nonni paterni, la colazione constava o di pane raffermo tuffato in una tazza piena di latte servito a 100° perché appena munto o di una bella bicchierata di siero di ricotta caldo caldo accompagnato da un uovo fresco ma caldo caldo anch’esso, a cui la nonna bucava le estremità facendomene poi bere il contenuto.
L’uovo è uno degli alimenti che amo di più ed è tanto poliedrico nelle sue modalità di cottura (sodo, alla coque, bazzotto, in camicia…) quanto nei significati che gli sono stati attribuiti nel mondo dell’arte.
Prima di addentrarci in un veloce excursus alzatevi, andate in cucina a cercare un uovo e, mentre leggete, bollitelo. Guardatene la forma: è perfetta, senza un inizio, senza una fine e contrariamente alla sfera, ha una sua direzione il cui punto mediano è l’asse verticale attorno alla quale si sviluppa, sembra la fusione fra il cerchio (simbolo del divino) ed il triangolo, (simbolo dell’ascesi mistica), il suo interno è protetto da un guscio fragile ma al contempo resistente e perfetto per la funzione per cui è stato creato, ossia proteggerne il contenuto che poi, rompendo quel guscio, diventerà vita o darà nutrimento.
Tutto questo vi suggerisce concetti di fecondità, vita e resurrezione? Risposta esatta! Le radici dello svilupparsi dello stesso significato in culture geograficamente e temporalmente differenti sono inafferrabili e di difficile risoluzione, come la risposta alla domanda: è nato prima l’uovo o la gallina?
Tutte le culture antiche di ogni tempo associano alla raffigurazione dell’uovo, con o senza serpente, il concetto dell’Uovo Cosmico o Uovo del Mondo cioè il punto di origine della vita. Lo stesso Uovo Cosmico che nei primi anni venti del secolo scorso sarà citato nel primo capitolo della rivoluzionaria teoria del Big Bang. La teoria dell’ Uovo del Mondo in molte antiche società si apparenta con il concetto del Femminile a cui fa da contraltare la lancia come simbolo del maschile. Nel mondo alchemico ad esempio l’Uovo dei Filosofi è il luogo in cui la materia grezza si trasforma in pietra filosofale. L’uovo a qualsiasi latitudine e su qualsiasi linea temporale è un simbolo della vita, dal momento della fecondazione fino al concetto di rinascita e non importa che la cultura sia pagana o cristiana, induista, dell’ antico Egitto o delle tribù Bambara del Mali, se concepito come dono è legato al concetto di prosperità: ad esempio con le celeberrime e preziosissime Uova Fabergè o con le nostre Uova di Pasqua.
Ve lo ricordate Zeus? Quello sposato con la gelosissima ed implacabile Era? Bene il nostro caro Zeus è uno che la sua lancia ups pardon i suoi fulmini non li sa tenere dentro la cintura. Il suo sport preferito, quando non deve punire qualcuno, è quello di vagare in ogni dove ed innamorarsi di bellissime fanciulle ed eterei fanciulli. Ninfe, semidee, mortali, vergini devote ad una dea o già sposate non importa, si invaghisce Le e poi seduce con l’ inganno, giacendo con loro. Il tradimento che viene sempre scoperto, scatena le ire della dea di turno o peggio ancora di sua moglie Era che si adira in modo violento e sbava di vendetta ma non contro Zeus, giammai. A questo punto Zeus, mosso da un leggero filo di rimorso e timida compassione trasforma il soggetto del suo concupiscente desiderio in ‘qualcosa’: albero, giovenca, fiume, lago, stelle e via discorrendo per sottrarla/lo a più sconcertante fine. In ogni caso la storia finisce tragicamente con amori interrotti, voti infranti e lutti degli amanti o dei mariti.
Le cose vanno un po’ diversamente nel caso della bella Leda. Il nostro instancabile padre degli dei se ne innamora, si trasforma in cigno, la seduce e se ne va, la donna la stessa notte giacerà anche con il marito Tindaro. Partorirà, a seconda della versione del mito, uno o due uova da cui nasceranno due ‘mortali’ Polluce e Clitemnestra e due ‘divini’: Castore ed Elena (altri miti li vogliono tutti divini). Castore e Polluce, i Dioscuri, li riconoscerete di notte indirizzando il naso verso la costellazione dei Gemelli o passeggiando per Roma a piazza del Quirinale. Di Clitennestra ed Elena, si quella dell’ inizio della guerra di Troia, e del loro destinato crudele si potrebbe scrivere un tomo.
Ma tornando a noi, sembra che parte dell’ uovo di Leda fosse stato esposto, per essere venerato, al centro di una volta di un grande Tempio di Sparta, dalla qual cosa, secondo alcuni studiosi, Piero della Francesca, nella Pala di Montefeltro (1472-74), si fece ispirare per posizionare un uovo di struzzo pendente al centro della semivolta a forma di conchiglia (del coquillage vi parlerò in un altro articolo). Una citazione del mito? Un riferimento alla ‘fecondazione’ divina? Il Bambino come origine di una nuova vita per il mondo? O un omaggio al neonato duca, dato che uno dei simboli della casata di Montefeltro è proprio lo struzzo? O tutti questi simboli insieme? Se passate dalla Pinacoteca di Brera dopo esservi riempiti gli occhi con meraviglie varie, godetevi l’ ultima sala e fissate la vostra attenzione sull’ uovo, punto centrico di una composizione pittorica straordinaria.
L’uovo è probabilmente il cibo più rappresentato nell’arco della storia dell’arte e se siete curiosi di vedere rappresentazioni più moderne su questo tema vi consiglio, fra gli altri di guardare a Magritte con le sue uova surrealiste (Affinità elettive, del 1933 o Chiaroveggenza 1936); a Salvador Dalì, un maestro nell’uso dell’uovo a partire dalla decorazione dei merli del suo studio a Port LLigat; a Constantin Brancusi: Beginning of the world (1915) e Neonato (1916).
Se invece, a questo punto, siete più interessati a mangiare l’ uovo che avete messo a cucinare, ad onor del vero, non vi biasimo affatto.
Nessuna geometria ha ricavato la formula dell’uovo. Per il cerchio, la sfera c’è il pigreco, ma per la figura perfetta della vita non c’è quadratura. (Erri De Luca)