La storia di Gabriele Siracusa e Ivan De Gaetano, titolari del Birrificio Alveria a Canicattini Bagni in provincia di Siracusa, è una di quelle che ci piace raccontare. È infatti la storia di due giovani che, pur avendo la possibilità di rimanere a lavorare fuori, decidono di ritornare in Sicilia e investire nella loro terra. Amici fin dagli anni dell’asilo, la vita li porta in ambienti diversi, ma proprio la passione per la birra li fa riunire: Ivan da semplice bevitore, Gabriele oggi da birraio grazie all’esperienza maturata negli anni universitari alla facoltà di Scienze agrarie di Pisa quando, entrato in contatto con un brew pub locale che autoproduce la propria birra, si appassiona al mondo della birra artigianale. Si laurea e nel 2008 decide di tornare nella sua Siracusa, prima come tecnico di campo per una nota azienda agricola e alla fine, dopo un disamoramento che gli vede accettare lavori in altri settori, con un lavoro d’ufficio in un’altra azienda agricola locale tra ordini, controlli qualità e scartoffie burocratiche.

E poi, a causa del licenziamento da questo posto, inizia a riconsiderare la propria vita in un’altra prospettiva “Sentivo che non ero soddisfatto, racconta, così un giorno mi sono chiesto cosa volessi davvero fare nella vita, cosa mi piacesse più di ogni altra cosa. Di sicuro sapevo che dovevo perseguire l’obiettivo della felicità e quindi assecondare le mie passioni. E la mia passione era la birra. Diciamo che grazie ad un evento non felice come può essere un licenziamento, è venuta fuori l’opportunità di realizzare un sogno”. Così nel 2013 quasi sfinisce l’amico Ivan, appena rientrato dall’Australia, con i suoi progetti e tanto ci credono che insieme auto assemblano un piccolo impianto all grain e iniziano a dedicarsi alle birre artigianali in uno stanzino dell’agriturismo di famiglia di Ivan, “Borgo Alveria”, da cui proverrà in seguito il nome del birrificio. Fino a quando a fine 2014 non ottengono un finanziamento e da lì si inizia a fare sul serio. La prima cotta del Birrificio Alveria è datata giugno 2015. “Da quel momento, racconta Ivan, abbiamo iniziato a girare porta a porta non solo per far provare le nostre birre, ma anche per spiegarle, per creare la cultura perché, fino a quel momento, di birrifici artigianali siciliani ce ne erano soltanto tre”. Il simbolo del birrificio, un asinello come i tanti che scorrazzano nell’agriturismo, e il loro motto “Bevi caparbio” sono ulteriore riprova della loro determinazione nel raggiungimento degli obiettivi, che altro non sono che la realizzazione dei loro sogni. Si spostano dunque a Canicattini Bagni nella sede dove tutt’oggi si trovano e iniziano con tre birre in stile anglo-americano, la Blonde Ale, l’American Brown Ale e l’American Pale Ale. Un inizio luppolato che nel tempo si affianca anche ad uno stile belga con saison speziate dai sentori quasi pepati ed un’acidità spiccata donata dal frumento che poi, nel caso della Centobocche, è l’autoctono Maiorca, una tripel “Fra Junipero” con aggiunta di ginepro e una belgian pale ale in chiave moderna, l’Eclipse.

Oggi hanno sei fermentatori da 10 ettolitri, uno da 20 e un bollitore da 10, per una produzione che può raggiungere i 900 ettolitri l’anno che si declina in 14 etichette proprie che vanno dai 4,3 gradi agli 8,5. “Siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti, continua Gabriele, se penso che inizialmente consegnavamo le birre a mano dentro un cartone di una stampante perché non avevamo nemmeno le scatole e oggi le nostre birre arrivano anche in America, mi sembra davvero la realizzazione di un sogno. Siamo cresciuti noi ed è cresciuta l’azienda. Un tempo facevamo mille prove prima di produrre una nuova birra. Oggi abbiamo acquisito un’esperienza tale che, se mi viene il “pititto” di farne una nuova, la mando direttamente in produzione e so che il risultato sarà quello che avevo in testa”. Le birre Alveria oggi si trovano dappertutto in Sicilia ma anche nel resto di Italia e, a parte gli Stati Uniti, esportano a Malta.
In più, con l’arrivo della pandemia in Italia, l’immediato lockdown e il periodo di crisi che ne è susseguito l’azienda si è ritrovata con un calo di fatturato del 30% che, per una piccola realtà come la loro, rappresenta una criticità non indifferente. Eppure, anche in questo caso, una situazione difficile si è rivelata un’opportunità: durante il primo lockdown del 2020, infatti, proprio per far fronte a questo momento problematico, hanno attivato lo shop online all’indirizzo https://shop.birrificioalveria.it che gli ha dato subito ottimi riscontri.

Prossimi passi? Per il birraio la precedenza è quella di ingrandire il magazzino e di creare sempre nuove one shot. “Io invece, dice Ivan, credo che per prima cosa serva una persona che coadiuvi Gabriele nel lavoro, perché i volumi sono diventati tali che pensare di proseguire a fargli gestire da solo tutta la produzione, sebbene io l’aiuti, è una follia”. E, visto che tutto parte da un sogno, quali sono i sogni ancora da realizzare? Gabriele vorrebbe aprire una taproom a Siracusa, Ivan sogna di farlo oltreoceano. Chi vincerà?

Birrificio Alveria
Contrada Bosco di sopra, 11 – Canicattini Bagni (SR)
[email protected]
www.birrificioalveria.it